Una bella storia
In una delle nostre due scuole c’è un bambino che parla pochissimo: due o tre parole.
Il M° Andrea, in previsione della rappresentazione dell’operina, ha fatto ripassare a tutti i bambini i testi dei canti.
Ogni bambino doveva recitarlo o cantarlo da solo.
Il bambino in questione naturalmente non è stato interrogato.
Alla fine del controllo in classe, il bambino che parla poco ha alzato la mano e ha fatto capire ad Andrea che anche lui voleva recitare la sua parte.
Andrea, imperturbabile, gli ha detto: ”Certo, forza, comincia!”.
Questo bambino, nell’assoluto silenzio della classe, ha recitato tutto il testo, da cima a fondo, senza dimenticare una parola.
Alla fine è scoppiato il finimondo da goal dell’ultimo minuto di partita.
Applausi, bravo!, abbracci e ancora applausi.
Noi di 11note avremmo voluto esserci.
Il maestro Andrea ha fatto ascoltare ai bambini due pezzi di musica molto diversi tra loro.
Potente e drammatica la prima musica di Bach.
Ecco un Bach di quarta elementare
Gioiosa la seconda.
Concerto per flauto e orchestra K 313 in Sol maggiore di W. A. Mozart (il Rondò)
Ed ecco un Mozart di terza
Andrea ha chiesto ai bambini di esprimere solo con i colori le emozioni che avevano provato. Ed ecco il risultato.
La musica e la pittura non hanno bisogno di parole.
Abbiamo l’esempio dell’artista Gabriele Amadori che va ancora più in là. Mentre dipinge, i musicisti “suonano” la sua pittura.
Guardatelo all’opera.
Un altro artista, il musicista e pittore Daniele Lombardi, “scrive” la musica del flautista Roberto Fabbriciani, dopo averla ascoltata.