Pubblicato il

Maggio 2014

Un intervallo da spiegare
 

vorrei ma non possoEccoci nuovamente ad aggiornare le NEWS.
Ragioni organizzative ci hanno ostacolato nel fornire regolarmente le novità.

Ce ne scusiamo con chi ci segue.
Ora il problema è risolto.
Se qualcuno si offre volontario per suggerire argomenti da immettere nel sito ci scriva a info@11note.org.

 
 

Il grande teatro
 
Il grande teatroMartedì, 11 maggio 2014, al Teatro Fellini di Rozzano, i bambini della Scuola di via Milano e della Scuola di via Garofani si sono esibiti in due rappresentazioni dell’operina “Peter Pan”.

Musica del M° Andrea Gié.

A uno dei due spettacoli era presente una delegazione di circa 15 dirigenti scolastici di tutta Europa, dalla Lettonia alla Turchia, nell’ambito di uno scambio culturale Europeo.

I nostri bambini sono stati bravissimi.
Hanno fatto onore a se stessi, ai loro genitori e ai loro insegnanti.

11note è felice di aver creato questa opportunità musicale.

Guarda le foto

Musicoterapia

MusicoterapiaS. è un bambino di terza elementare della scuola di via Garofani a Rozzano. Dal 2012 S. è in carico al servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale San Paolo che nel Maggio dello stesso anno certifica un Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività di tipo Combinato, Disturbo Oppositivo e Provocatorio, Distimia.
Il bambino presenta un livello intellettivo nella norma per l’età. La relazione della Dott.ssa Cosi, medico referente sottolinea come la patologia, al momento stabile possa essere soggetta a cambiamenti nelle fasi dello sviluppo ed in rapporto all’intervento abilitativo ed educativo.
Il progetto di musicoterapia con S. è stato concordato con il gruppo docente, il medico referente e la famiglia. In linea generale gli incontri di musicoterapia
avvengono individualmente e il pianoforte è lo strumento musicale privilegiato.
Il buon funzionamento cognitivo, la capacità di relazionarsi in modo costruttivo ed una capacità strutturata per la sua età di utilizzare il linguaggio verbale mi hanno convinto nell’impostare gli incontri come vere e proprie lezioni di piano, allargando il contesto non solo alla didattica ma all’improvvisazione, così da stimolare S. alla rielaborazione del vissuto emotivo suscitato dalle sue/nostre improvvisazioni pianistiche.
Nei primi incontri orientativi S. ha tenuto un atteggiamento propositivo, portando sempre il materiale necessario e svolgendo a casa i compiti che gli venivano assegnati.
Già in questa fase iniziale ho potuto osservare difficoltà nel sostenere l’attenzione per tempi adeguati alle attività proposte: spesso si scoraggia di fronte le difficoltà evidenziando in questi casi iperattività con grossa difficoltà a rimanere seduto al pianoforte, necessità ad alzarsi e vagare per la stanza. Durante questi momenti di frustrazione S. utilizza il verbale facendo riferimento a morte, solitudine e scarsa fiducia nelle proprie capacità. Ritrova la concentrazione solo dopo un mio intervento deciso.
Nelle improvvisazioni al pianoforte S. si dimostra molto creativo, esplora la tastiera con curiosità, traduce con chiarezza sentimenti quali l’allegria, tristezza, noia, ecc, motivando le scelte timbriche, la quantità o scarsità dei suoni prodotti.
Dall’ascolto del materiale registrato emerge che dal punto di vista quantitativo le produzioni sonore associate a sentimenti quali allegria, gioia, spensieratezza hanno una durata decisamente inferiore se paragonate ai loro opposti quali tristezza, noia, rabbia. Dalle verbalizzazioni emerge che S. passa molto tempo di fronte a videogiochi violenti, giochi di guerra e guarda molta televisione; le uniche attività di cui ha parlato che includano un’altra presenza sono i giochi coi suoi cani (2 Pitbull).
Al termine della fase di osservazione, esaminati i dati raccolti e confrontati con le indicazioni del medico referente ho ritenuto che il progetto di musicoterapia dovesse porre l’attenzione su quegli aspetti della vita di S. che maggiormente sono motivo di scontro a scuola sia con i compagni che con gli insegnanti, utilizzando lʼ improvvisazione guidata al pianoforte, cioè finalizzata alla rielaborazione emotiva di quegli aspetti comportamentali che maggiormente sono motivo di conflitto all’interno del gruppo classe. Se nella fase di osservazione i sentimenti da sonorizzare erano di carattere generale
ora la specificità delle parole ci permette di addentrarci con più chiarezza sul loro significato. Per questo motivo ho introdotto l’uso del vocabolario per agevolare il lavoro specifico sui sentimenti da sonorizzare, utilizzando anche immagini pittoriche e brevi poesie.
L’intento non è finalizzato ad arricchire il vocabolario di S., piuttosto fornirgli uno strumento adeguato per dare un nome a ciò che prova, adatto a tutte quelle situazioni in cui si dimostra confuso e reagisce negativamente.
Oltre al lavoro sulla gestione delle emozioni, S. sta imparando a leggere la musica sul pentagramma. Il lavoro sul pentagramma ha avuto inizio quasi da subito. Ho voluto sfruttare le potenzialità visive del pentagramma stesso (basta uno spostamento da un rigo allo spazio successivo e il suono cambia). Partendo da questo presupposto ho costruito il gioco “memory” (2 carte per ogni suono della scala maggiore di C, nelle differenti posizioni sul pentagramma, le figure musicali, le armature in chiave) , che è risultato un ottimo strumento sia l’apprendimento che per mantenere tempi di lavoro più lunghi. Ho potuto osservare in questi mesi che ciò che più incide sulla dispersione del tempo di S., non sono tanto i momenti di interruzione dal lavoro quanto il tempo impiegato per riprendere la concentrazione. Ho pensato fosse un buon compromesso durante le nostre attività inserire 2 pause da 5 minuti fra un lavoro e un altro, momenti premio per il lavoro svolto e “collante” fra un’attività e l’altra. Attualmente S. sta svolgendo esercizi al pianoforte che presuppongono solo l’alternanza delle due mani, conosce le note nella chiave di violino e fatica ancora ad avere confidenza con quella di basso.
S. si sente molto gratificato quando riesce ad eseguire correttamente al pianoforte gli esercizi ed è curioso di sapere quando potrà cominciare quelli più difficili. Si impegna molto perché sa che ogni “step” successivo è soggetto a verifica.
Da poche settimane ha cominciato il solfeggio cantato.