Una lettera dalla scuola
Abbiamo ritrovato quanto il dirigente scolastico della scuola di via Garofani ci scriveva a proposito di 11 Note.
Musicoterapia
Il M° Luca Recchia sta lavorando con alcuni bambini bisognosi di musicoterapia, su prescrizione del neuropsichiatra infantile.
L’ultima relazione su due bambini affetti da sordità parziale e totale, è stata così chiara, professionale, commovente e umana, che anche noi, profani, siamo in grado di capirla e di emozionarci.
Eccone alcuni stralci.
N. bimbo audioleso, portatore di protesi acustica, ha iniziato musicoterapia con D., il bambino affetto da sordità profonda che ha iniziato l’anno scorso.
D. si è sentito “minacciato” per l’invasione del suo spazio musicale, di quel momento privilegiato che era solo suo. D. ha mostrato questo “fastidio” con modalità differenti, sminuendo con espressioni facciali le “performance” del compagno, camminando a due metri di distanza da lui nel tragitto dalla scuola alla mia macchina, monopolizzando l’uso del pianoforte e degli oggetti sonori. Durante le improvvisazioni collettive al piano precisava al compagno il confine da mantenere sulla tastiera ma più in generale cercava di stabilire e mantenere la comunicazione solo con me. Questo atteggiamento di chiusura ha complicato l’inserimento di N.
Per cercare di favorire una miglior relazione fra i due e l’accettazione di uno spazio comune ho così deciso di strutturare le attività in sezioni laboratoriali della durata di 5-6 incontri ciascuno, usando un cronometro per meglio precisare il momento dell’uno e dell’altro.
Due laboratori
Primo laboratorio – La musica del proprio corpo
Utilizziamo il corpo come vero e proprio strumento musicale. Questo tipo di esperienza implica il coordinamento dei movimenti e, attraverso l’esperienza fisica, contribuisce a formare nel tempo la coscienza del ritmo. Il gesto, il ritmo delle mani e dei piedi, lo schiocco delle dita, gli effetti sonori sul corpo
e modalità esecutive differenti hanno aiutato D. a prendere più consapevolezza delle qualità sonore del proprio corpo, a sperimentare nuovi gesti, a rispettare la notazione musicale qui introdotta come primo avvicinamento alla musica organizzata. I giochi musicali prevedevano sia momenti individuali che di gruppo.
D. si è mostrato attento, curioso e sempre positivo. Difficilmente si scoraggia difronte ad un insuccesso, talvolta si arrabbia molto con sè stesso e riprova ancora. L’introduzione della notazione musicale è stata accolta con gran entusiasmo: spesso vuol esser lui a scrivere le partiture ed io ad eseguirle. Il segno grafico e la condivisione di una forma di notazione musicale hanno ridotto enormemente le difficoltà di comunicazione fra noi.
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Esercizi con mani alternate e piedi alternati |
Esercizio con mani e piedi alternati |
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Maracas gialla – mano sx / maracas rossa – mano dx |
Secondo laboratorio – I gesti del suono
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Nel secondo laboratorio “i gesti del suono” ho cercato di lavorare sulle tre principali modalità di produzione sonora: percuotere, scuotere e raschiare. Per i tre gesti abbiamo definito un segno grafico. I segni grafici scelti contengono in sè le qualità del gesto che li produce: D. si è subito accorto che scuotere e raschiare potevano essere disegnati con lunghe spirali orizzontali, più o meno fitte o linee spezzate, e che la lunghezza del segno dipendeva dal tempo di scuotimento o raschiamento. Viceversa un colpo di tamburo poteva essere un semplice puntino, più o meno grosso al variare della forza con cui colpiva la pelle.
Con l’introduzione dei parametri del suono la notazione musicale comincia ad arricchirsi e D. si diverte molto a inventare segni. Scrive e mi mostra partiture a doppia notazione (mano sinistra-mano destra) per pianoforte. Le partiture talvolta sono composte da tre o piu fogli che incolla uno accanto all’altro, tre colori diversi per tre sezioni del pianoforte (suoni gravi-medi-acuti). Le esecuzioni sfiorano i 5 minuti e quando le suona sembra un direttore d’orchestra che annuncia i suoni prima col volto, fa ampi gesti con le mani, si ferma e ricomincia se crede di aver sbagliato oppure interrompe il suono per mostrarmi sullo spartito come ha scritto quella parte. |
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Partitura sonora “L’uomo che viaggia in moto”, per pianoforte, piedi e maracas realizzata da D. |
Per la sezione del laboratorio dedicata all’organizzazione sonora, all’introduzione del concetto di regolarità delle pulsazioni, al concetto di battuta ho utilizzato molto la lavagna, scrivendo con gessi di colore differente e usandola sostanzialmente come un gran “pentagramma”.
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Gli strumenti prevalentemente utilizzati sono stati: un tamburo, una maracas e un sonaglio.
Siamo partiti dalla partitura del nostro battito cardiaco fino scrivere 8 battute scritte per 3 strumenti da eseguire assieme in 2/4, 3/4 e 4/4. Un giorno prima di un incontro D. si presenta con il disegno di una batteria prestampato da colorare, mi dice che le piace tantissimo e vorrebbe un giorno suonarla.
Ho potuto osservare che D. ha molta sensibilità con l’uso del battente e degli scuotitori, è in grado di variare l’intensità e la dinamica del suono. Al termine del prossimo laboratorio, incentrato sulla pulsazione e la sua divisione ipotizzo che D. sarà in grado di leggere e suonare battute che includano note da 1/4, 1/8 e 1/16 e le relative pause di silenzio.
L’insegnante di sostegno e l’assistente provinciale riferiscono che “D. frequenta con partecipazione ed entusiasmo le lezioni di musicoterapia. Puntualmente riferisce a noi le attività che svolge ripetendo in classe gli esercizi svolti”.
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Il M° Luca Recchia ci invierà tra pochi giorni la descrizione di altri metodi di lavoro.
Anche i nostri bambini speciali hanno le loro note.
Non si chiamano do, re e mi, non sono pallini neri con gambette e qualche pelo, ma sono il fantastico modo di comunicare musica tra coloro cui i pallini non piacciono.