Pubblicato il

Ottobre 2012… si torna a scuola

ottobre 2012
Bambini che vanno, bambini che vengono.

Come la musica.

Il M° di chitarra Classica Vincenzo Imbriani si è dimesso per ragioni personali.
Siamo stati da lui incoraggiati a sostituirlo con il M° Michele Manuguerra che è chiamato dai bambini “quello coi capelli”.
Lo hanno adorato dal primo istante.

Pubblicato il

Teatro

teatroMercoledì, 9 maggio 2012, al teatro Fellini di Rozzano, alle 14:30 e alle 16:00, i bambini della scuola di via Milano e della scuola di via Garofani si esibiranno nella rappresentazione dell’operina “Alì Babà”.

Musica del M° Andrea Gié.

Pubblicato il

Aggiornamenti sulla musicoterapia

Gennaio 2012musicoterapia

Un bambino sordo (e di conseguenza quasi muto) di 10 anni che frequenta la 3° elementare vorrebbe imparare a suonare uno strumento musicale.

Finora ha praticato la musica a scuola, un’ora a settimana, dimostrando interesse e partecipazione nonostante le incredibili difficoltà dovute alla totale sordità.

Da alcuni anni la Fondazione 11note opera sul territorio offrendo gratuitamente un percorso di propedeutica musicale a tutti gli studenti delle elementari e, dalla terza, anche lo studio di uno strumento musicale. Gli alunni possono esprimere la loro preferenza compilando un questionario, seguito da un test attitudinale tenuto dagli insegnanti della fondazione.

Questo bambino esprime in famiglia il desiderio di imparare a suonare la chitarra.

Le lezioni di chitarra sono collettive e D. non potrebbe seguire inizialmente lezioni di musica secondo modalita’ tradizionali.
Il musicoterapista che già insegna musica nella scuola viene contattato dalla fondazione per verificare se e’ possibile un percorso musicale alternativo individuale.

Fase di Osservazione
E’ durata 9 incontri di un’ora ciascuno.

Strumenti musicali coinvolti nel setting: pianoforte preparato, 2 marimbe, 2 glokenspield, didgeridoo e shiruti box.

Esplorazione e manipolazione dello strumentario musicoterapico

La disposizione degli strumenti è sempre stata a semicerchio con gli strumenti musicali attorno al pianoforte e le marimbe appoggiate su 2 banchi con le relative sedie per agevolare l’utilizzo.
Inizialmente il nostro bambino si è approcciato con curiosità a tutti gli strumenti (primi 3 incontri), senza mostrare alcuna preferenza ma sperimentando diverse modalità di produzione del suono.
In questa fase intervenivo solo per rafforzare e sostenere le sue improvvisazioni.
Mediamente ha dedicato 5-10 minuti per ogni strumento.

Nel corso del 4° incontro mi chiede di eliminare il didgeridoo, strumento che gli suonavo a contatto con il palmo della sua mano. Mi fa capire con l’ espressione del viso e gesticolando che non gli piaceva più.
Quando suona le marimbe presta molto attenzione a come è seduto sulla sedia e alla distanza dallo strumento in relazione ai battenti.
Durante i momenti di dialogo sonoro segue con lo sguardo i semplici gesti ritmo-melodici del musicoterapista, accogliendo anche le produzioni vocali di quest’ultimo e imitandole.

Le improvvisazioni al pianoforte hanno rivestito un ruolo molto importante.
Appositamente il piano è completamente spogliato dal mobile frontale che riveste i meccanismi complessi ma interessanti per il “funzionamento” catturano molto la sua attenzione.
Percuote un tasto e poi segue con lo sguardo le meccaniche coinvolte; striscia le mani sulle corde, è molto incuriosito dai pedali, in particolare dalla sordina che fa abbassare il feltro per attutire la risonanza.
Lo percuote con diverse intensità, sia alternando le mani sulla tastiera che producendo cluster, quasi sempre a forte intensità.
Il nostro allievo occupa prevalentemente la parte di tastiera alla sinistra del Do centrale, quella con emissione di vibrazioni più forti e complesse che egli riesce a percepire anche senza poggiare la mano sotto la tastiera.
Nelle improvvisazioni-dialogo sonoro il musicoterapeuta occupa la parte destinata alle frequenze piu’ acute. Dal 5° incontro, il tempo dedicato ai dialoghi sonori è passato da 5 minuti a 35 minuti dell’ ultima seduta. E’ sempre lui a decidere quando smettere di suonare. In più occasioni ha interrotto l’ improvvisazione per uscire dalla stanza e chiamare l’educatrice, mostrandole i miglioramenti al pianoforte. Ogni tanto chiede spiegazioni su rumori intensi che provengono dal piano di sopra o dal corridoio accanto alla stanza di musicoterapia.

Produzione vocale
Questo bambino usa principalmente la voce per spiegarsi e ottenere risposte producendo fonemi e sillabe. Il tono è monotono, gutturale e a bassa intensità.
L’ educatrice provinciale mi ha fornito alcune fotocopie relative al metodo De Filippi utilizzato da lui in logopedia. Il piccolo si è dimostrato molto disponibile e collaborativo nel mostrare i segni-gesti di questo linguaggio e sembra divertito di fronte ai miei errori di imitazione gestuale dei suoni. Negli ultimi 3 incontri ha intensificato i momenti di produzione vocale rafforzando il gesto con la mimica facciale. Usa la voce accompagnata da cluster al pianoforte per fare scherzi al musicoterapista; questo e’ stato lo spunto per proporgli alcune divertenti attivita’ musicali.

Obiettivi generali
Questi primi incontri hanno messo in evidenza che D. è particolarmente sensibile alla “musica“ e rispecchia i criteri di inclusione per dare avvio ad un progetto di musicoterapia utilizzando gli strumenti musicali con finalità comunicative. E’ possibile quindi progettare un percorso individuale musicoterapico che potenzi le capacità residue di D. , incentrato sulla relazione-affettività, lo sviluppo delle risorse, il potenziamento del comportamento sociale, il movimento e l’ uso simbolico della voce.
Obiettivi specifici saranno di volta in volta individuati, al fine di migliorare la qualità della vita di D.

Pubblicato il

Canti di Natale 2011

Canti di Natale
I Canti di Natale. Tira un’aria di cospirazione; non si riesce a sapere nulla. L’unica cosa certa è che la canzone composta dal M° Andrea Gié, “WW la Nutella”, sarà ancora cantata a gran richiesta. Non solo, si pensa di farne un CD in sala di registrazione.

Pubblicato il

Disegni di Natale 2011


I disegni di Natale: il M° Andrea Gié farà ascoltare due pezzi di musica a tutte le classi. I bambini dovranno fingersi registi e fare due disegni che si adattino alle musiche.

Pubblicato il

Ancora musicoterapia

Novembre 2011

Altri due bambini sono entrati in terapia musicale con il M° Luca Recchia.

Pubblicato il

Musicoterapia

Ottobre 2011

All’inizio di questo nuovo anno scolastico, ci hanno chiesto se anche un bambino ipoudente avrebbe potuto partecipare al progetto 11note.

La nostra risposta è stata immediatamente positiva perché uno degli insegnanti di Propedeutica è anche musicoterapeuta.
Le lezioni sono già iniziate e si svolgono durante l’orario scolastico.
Ci stiamo documentando sul modo in cui vengono affrontate altrove problematiche analoghe.

Pubblicato il

Una classe in più

Ottobre 2011
classe 2
Una novità: in una delle nostre due scuole c’è una classe in più, a parità di incremento demografico. Evidentemente dove si insegna musica, il numero delle richieste è maggiore. Il M° Andrea Gié e la Dirigente Scolastica Serena Fabbri hanno ridistribuito i tempi di studio in modo che anche i nuovi arrivati abbiano le loro ore di Propedeutica, di ascolto e di attività connesse.A Serena Fabbri, Dirigente scolastica, sono state inviate 120 magliette con la scritta 11note e 120 libretti “Grazie, signor Bach”, contro i 95 dell’anno scorso. Esattamente 25 bambini in più, una classe in più. Ciò era accaduto una volta anche in passato, nella scuola di via Milano.

Pubblicato il

Novità didattiche

Febbraio 2010

Siamo orgogliosi di informare i nostri amici e sostenitori che sono iniziati i corsi di Musica d’Assieme.
Attualmente vi sono due trii formati da alcuni dei nostri strumentisti. Sono seguiti da uno degli insegnanti di strumento.
Il commento dei bambini, dopo le prime prove è stato: “E’ difficile! Perché una lezione di Musica d’Assieme è così corta?

Osservazione di 11 Note: La lezione di Musica d’assieme dura esattamente come le lezioni di strumento.

Pubblicato il

Dal Corriere della Sera

22 febbraio 2010
giornaleSAN DIEGO (California) – L’ora di musica a scuola? Importante come quella di italiano, di storia o di geografia. O forse di più, dicono i neuroscienziati. Perché ascoltare Beethoven, imparare a suonare uno strumento o a cantare una canzone hanno un’influenza importante sullo sviluppo sensitivo e cognitivo dei bambini e dei ragazzi. E potrebbe anche costituire un buon sistema per curare persone con disturbi del linguaggio come i dislessici o addirittura gli autistici. Musica e percezione del linguaggio, infatti, hanno a che fare sia con il con il sistema nervoso sensitivo che con i più alti centri cognitivi del cervello.

CLASSI RUMOROSE – «L’esperienza musicale – ha detto Nina Kraus, triestina d’origine, ora professore e ricercatrice alla Northwestern University di Evanston, Illinois, in occasione del meeting annuale dell’Aaas, l’associazione americana per il progresso delle scienze in corso a San Diego, – può aiutare a ascoltare meglio chi parla anche in un ambiente rumoroso perché permette di “isolare” i suoni: abbiamo valutato questa capacità studiando il cervello dei musicisti. Pensiamo a chi suona, per esempio, in un’orchestra: ciascun musicista riesce a cogliere segnali chiave che gli consentono poi di “entrare” al momento giusto». Le ricerche di Nina Kraus hanno dimostrato che il sistema nervoso risponde allo stimolo acustico del linguaggio (cioè a chi sta parlando) e allo stimolo musicale (una canzone per esempio) immediatamente, nel giro di millisecondi. I musicisti lo fanno più velocemente degli altri.

LA DISLESSIA – «Non solo –aggiunge la ricercatrice, – abbiamo anche dimostrato che l’esperienza musicale permette di ascoltare con più attenzione gli altri interpretando con maggiore facilità le sfumature del linguaggio legate a cambiamenti (anche minimi) dell’intonazione della voce dell’interlocutore». Ecco perché bambini educati alla musica possono mantenere più facilmente la concentrazione e ascoltare meglio la voce dell’insegnante in una classe rumorosa. Ecco perché persone con problemi di linguaggio, come appunto i dislessici o addirittura gli autistici, potrebbero essere aiutati della musica. «Adesso sappiamo che la musica – ha concluso Nina Kraus può modellare i circuiti sensori subcorticali in maniera tale che da migliorare attività quotidiane come la lettura o l’ascolto degli altri».

Adriana Bazzi
abazzi@corriere.it